WARHAUS

WARHAUS

Venerdì 25 agosto, sPAZIO211, 21:05

Venerdì 25 agosto, sPAZIO211, h.21:05ticket

Sono passati cinque anni da quando WARHAUS, il progetto nato da un’idea di Maarten Devoldere (Balthazar), ha improvvisamente conquistato i nostri cuori con il debut album solista “We Fucked A Flame Into Being” (2016) e l’omonimo “Warhaus” (2017).
E no, non perché passasse il tempo a scrivere e perfezionare incessantemente nuovo materiale a Gent, anzi.
Struggersi d’amore in Sicilia. Se lo avesse fatto qualche cantautore italiano non sarebbe stato sorprendente, invece a essersi rifugiato sull’isola dopo la fine di una relazione è stato il songwriter, cantante e polistrumentista belga che si è rifugiato in una stanza d’hotel a Palermo con il cuore a pezzi, chitarra, microfono, laptop e preamplificatore, e nell’arco di tre settimane, spinto dall’urgenza di sublimare il dolore, ha buttato giù le basi di quello che è il nuovo album del suo progetto Warhaus “Ha Ha Heartbreak”: canzoni che raccontano le diverse fasi di un lutto sentimentale, dalla rimozione alla disperazione fino all’accettazione, mettendo in scena un sound elegante fatto di melodie sinuose, orchestrazioni a base di archi, corni, note di pianoforte, momenti jazz-blues e un groove carico di sensualità.
Il sound rimane meravigliosamente leggero.
“Ha Ha Heartbreak” è un’esplorazione emotiva commovente e un contenitore di grande ricchezza musicale. Devoldere avrebbe inizialmente voluto creare un album intimo di cantautorato, di quelli con la chitarra fingerpicking e la voce sussurrata.
Non aveva considerato il produttore Jasper Maekelberg, che ha deciso di mantenere integre le sue registrazioni vocali siciliane: alla fine di “Time Bomb” Devoldere urla la sua disperazione e, se si ascolta attentamente, si possono sentire i suoi vicini di stanza sbattere rabbiosamente i pugni contro il muro.
Ciò ha dato origine a un processo creativo inverso: invece di registrare prima la musica e la batteria, seguite dalla voce, il batterista e il chitarrista hanno dovuto orientarsi attorno alla voce di Devoldere e sintonizzarsi con il suo dolore senza filtri.
Ciò significava anche che Devoldere non avrebbe potuto riscrivere il testo: quello che ascoltiamo è ciò che è stato registrato nelle calde settimane del suo blues siciliano.
Ciò ha trasformato “Ha Ha Heartbreak” nell’album più personale e veritiero di Warhaus fino ad oggi, uno in cui si attraversano le diverse fasi del lutto e del dolore.

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