ARIEL PINK

ARIEL PINK

Domenica 26 agosto, sPAZIO211, h.20:30
Domenica 26 agosto, sPAZIO211, ticket

Ariel Marcus Rosenberg, noto come ARIEL PINK, è considerato tra i più eclettici ed innovativi artisti in ambito underground del terzo millennio.
L’avventura di ARIEL PINK nasce fra i nastri logori di cassette scambiate con gli amici e i vinili malandati dei genitori scoperti quasi per caso nella soffitta di casa: le basi da cui il giovane Ariel avrebbe iniziato a lavorare su una sfilza di canzoni, registrate in bassissima fedeltà nella cameretta di casa. Un hobby, una passione pronta a divenire fenomeno.
La sua capacità di preservare il passato e trasformarlo nel proprio, unico, inimitabile mezzo espressivo ne ha fatto una delle figure figure più enigmatiche e innovative del panorama underground degli anni Duemila, in perenne e precario equilibrio tra rock e pop, tra leggerezza e sperimentazione, tra maturazioni spesso annunciate e mille inguaribili e irrinunciabili ambiguità.
Piace agli indie, piace agli hipster, ai waver, ai poppettari, a Madonna, alla critica seria, Simon Reynolds ha inserito il suo album “The Doldrums” al primo posto tra i migliori cinquanta album degli anni 2000, così come Pitchfork elesse “Before Today” miglior album dell’anno nel 2010.
Cresciuto a Los Angeles, l’eccentrico e trasognato ARIEL PINK è una delle figure più sfuggenti del nuovo pop psichedelico: un onnivoro cannibale di quelle suggestioni musicali che dagli anni 60 agli anni 90 hanno scandito le istanze giovanili. Un personaggio quasi fiabesco, capace di fare a brandelli intere scale armoniche per poi rimodellarle in eteree e impalpabili suggestioni vintage.
ARIEL PINK è diventato una vera leggenda nell’underground californiano e uno dei più affascinanti outsider degli ultimi anni, figura chiave del decennio 2010,
Dedicated to Bobby Jameson è il titolo del nuovo album uscito il 15 settembre 2017 per Mexican Summer.
E’ un disco quasi terapeutico, un omaggio a Bobby Jameson: musicista, scrittore e artista di culto della controcultura americana scoperto da Andrew Loog Oldham che negli anni 60 godette di una momentanea notorietà collaborando con Rolling Stones e Frank Zappa, prima di essere fagocitato troppo presto nel proverbiale vortice di alcol, droghe e vari tentativi si suicidio. Jameson tornò a far parlare di sé solo nel 2007, anno in cui aprì un blog ricco di dettagli sulla sua brevissima carriera musicale e sui rapporti tutt’altro che idilliaci con l’industria discografica, continuando ad aggiornare la sua pagina fino a pochi giorni prima della morte, avvenuta il 12 maggio 2015 a causa di un aneurisma dell’aorta toracica. “Il suo libro e la sua vita – ha dichiarato Ariel Pink – risuonavano così tanto dentro di me da avvertire la necessità di dedicargli il mio ultimo album”.

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