ACID ARAB

ACID ARAB

Sabato 25 agosto, INCET, h.02:00
Sabato 25 agosto, INCET, ticket

Acid House e atmosfere mediorientali si fondono nella musica del duo francese Acid Arab, formato da Guido Minisky e Hervé Carvalho.
Dopo anni di esperienze come dj nei club parigini, Minisky e Carvalho sono rimasti affascinati dalla musica tradizionale nordafricana e mediorientale, dalle sue strutture ritmiche complesse che, come l’acid house, fanno cadere in uno stato di trance chi la ascolta.
Da qui l’idea di creare qualcosa di nuovo, in cui s’incontrassero i suoni intensi e affilati della tecno e della house con le melodie, le armonie e i canti del mondo arabo.
Dopo i primi esperimenti hanno condiviso le loro scoperte con produttori e musicisti, invitandoli a prendere parte al progetto.
Così è uscito il primo singolo e la successiva compilation “Acid Arab Collections”, che include collaborazioni tra gli altri con Crackboy, Pilooski, Etienne Jaumet e I:Cube.
Gli Acid Arab hanno così dato vita a una nuova forma di world music, appropriandosi dei codici della musica mediorientale e trasformandoli con gli strumenti analogici tipici della tecno, come la beatbox e la bassline machine.
Gli Acid Arab, che dal vivo si allargano a trio con l’aggiunta del tastierista Kenzy Bourras, sono riusciti a creare un nesso solidissimo fra due mondi apparentemente distanti come la club culture e la musica araba, ovvero della zona compresa fra il Nordafrica e il Medio Oriente, fino ad addentrarsi nei territori sperduti del Corno d’Africa. I loro live vengono accolti con grande entusiasmo dal pubblico dei principali festival europei.
Dal Sonar al Melt, da Reeperbahn a Pitchfork, dove trionfano.
A ottobre 2016 è uscito il loro primo album, intitolato Musique de France, per l’etichetta belga Crammed Discs.
Hanno partecipato, tra gli altri, Rizan Said, che è il tastierista siriano di Omar Souleyman, il cantante algerino Rachid Taha e il musicista e compositore Aphex Twin.
“Parlare di mixing significa che c’è una divisione, una visione binaria del mondo occidentale e di quello orientale.
Noi non incolliamo suoni orientali su ritmi occidentali, noi vogliamo incarnare entrambe le culture senza pretendere di reinventare la musica orientale o imbrogliare noi stessi credendo di creare la versione orientale della musica dance. Noi vogliamo solo essere parte di tutto ciò, e contribuire a questo fantastico e incredibile capolavoro che la musica è stato per centinaia di anni e che è tuttora.
Questo non è fusione. Questo non è un mixaggio. Questo è un punto d’incontro.”.
Il risultato è una delle fusioni più emozionanti della musica elettronica mondiale che può essere ascoltata oggi: moderna, intossicante e fortemente evocativa.

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