ANNA CALVI
Sabato 26 agosto, sPAZIO211, h.19:45, ticket
Voce ammaliante, accompagnata dall’inseparabile chitarra, ANNA CALVI crea musica passionale, viscerale e intensa e i suoi live lo confermano.
Dopo il successo dei suoi album in studio, l’omonimo “Anna Calvi” del 2011, “One Breath” del 2013, e il suo terzo album “Hunter”, pubblicato nel 2018 via Domino Records, torna live. Nominata ai BRIT Awards e a due Mercury Prize, Anna Calvi, incarna eleganza decadente, suggestioni cinematografiche, sofisticati richiami alla grandeur di un’Europa d’antan, l’intima e primordiale radice blues.
Sono questi gli elementi eterogenei che hanno permesso alla cantautrice e chitarrista inglese di definire un’identità riconoscibile, sublimando una rara combinazione di bellezza e talento!
Prodotta da Nick Launay (Nick Cave, Grinderman) con i contributi di Adrian Utley dei Portishead alle tastiere e Martyn Casey dei The Bad Seeds al basso, il suo ultimo album è caratterizzato da una freschezza, un’energia primordiale entro la quale la Calvi supera i limiti della sua chitarra e della sua voce, spingendosi oltre qualsiasi cosa abbia registrato in passato: “Hunter” è l’incarnazione del sentimento del lasciarsi andare completamente, è un album viscerale che esplora la sessualità e la caduta delle leggi sul conformismo di genere. Album queer e femminista, “Hunter” stimola la ricerca della libertà.
È importante far notare che si tratta di un lavoro vulnerabile, ma al contempo forte, bellissimo, ma anche rigido, che vede la presenza del cacciatore ma anche della preda.
Ma Anna fa molta attenzione a non caratterizzare nessuno di questi tratti distintivi come “maschili” o “femminili” – il punto è che una persona, di qualsiasi genere, possa essere entrambi.
La forza sta proprio nel contrasto stesso; nel modo in cui oscilla tra gli estremi, mostrandosi più libera che mai. Lei vuole esprimersi rimanendo “libera dall’idea che il genere sia una cosa data, libera dalla preoccupazione di come le persone possano giudicarmi in base a ciò che faccio con il mio corpo e con me stessa. Per me questa è una visione utopica.”